Un Blog per proporre alcuni tra gli articoli che considero più belli tra quelli che ho scritto finora, sperando di onorare il lavoro del Giornalista che informa, intrattiene, suscita dibattito e opinioni. B.L.

lunedì 13 settembre 2010

Studenti vado e torno (Bruna Larosa)

Lo scopo dell’Erasmus e di tutti gli altri progetti che propongono un periodo di studio all’estero è quello di misurarsi col mondo, mentre la globalizzazione interseca le differenze innate in un puzzle che vede tutte le nazioni partecipi di un medesimo disegno. Le Università, quali istituti di formazione, tracciano percorsi e gemellaggi per proporre ai propri studenti dei periodi di studio nelle altre nazioni e ogni anno la richiesta di partecipazione è sempre maggiore. Succede questo in ogni università della nostra regione e sono molti gli studenti che ci pensano e tanti quelli che partono davvero. Abbiamo ripercorso questa esperienza di vita e formazione con Marta, laureanda in Scienze Politiche presso l’Unical, che ha vissuto il suo periodo di studio in Spagna, presso l’Università di Santiago de Compostela.

Perché ha deciso di partire e come è stata la sua esperienza?
Ho deciso di partire perché questo tipo di esperienza mi incuriosiva, è stata una vera e propria sfida: volevo vivere sulla mia pelle, capire come si vive altrove. È stata senza alcun dubbio un periodo bellissimo e al tempo stesso formativo in cui ho conosciuto tanti altri ragazzi provenienti da altri paesi europei che come me avevano scelto di partire. L’Erasmus ti fa crescere e maturare molto facendoti capire i tuoi limiti e lasciandoti molta gioia nel cuore.

Andare all’Estero significa anche confrontarsi con una lingua che non è la propria. Come è stato questo impatto?
All’inizio è stato difficile, ogni volta che qualcuno mi parlava avevo le orecchie tese per cercare di capire al meglio quanto mi stesse dicendo. In realtà non è, poi, necessario conoscere un vastissimo vocabolario, almeno i primi tempi si va molto ‘a senso’ e con l’intuito si capisce e si apprende molto di più di quanto si riesca con il dizionario in mano. Non è stato facile, ma poi, spontaneamente l’intuito è venuto in mio aiuto. A stare in mezzo a persone che parlano tutte una lingua diversa dalla tua si impara molto velocemente!

Intraprendere un percorso di studi all’Estero presuppone che si prenda casa presso l’Università di destinazione, lei come si è orientata?
Ci sono molte agenzie che offrono servizi specifici per gli studenti, basta spiegare la situazione, dire che si è Erasmus e il tempo di permanenza e loro avviano la ricerca sul posto per te. Nelle università, poi, si sono annunci proprio per gli studenti Erasmus, cosa che qui non è molto diffusa, poiché avere uno studente straniero in casa significa accogliere una persona con abitudini diverse ed esigenze differenti da quelle contrattuali che siamo abituati a vedere.

Qual è il sentimento che l’ha accompagnata in questa esperienza?
L’esaltazione e la nostalgia. Gli affetti mancano, moltissimo, ma si è presi dalla frenesia del voler vivere l’esperienza fino in fondo…

Affrontare gli studi fuori significa, anche, sostenere gli esami, come ha vissuto la sessione di verifica lontano dalla sua Università?
Con calma e concentrazione, molta più di quella che ho impiegato qui studiando sui libri scritti nella mia lingua. I docenti sono sempre stati molto attenti e comprensivi, mi hanno dato il tempo e mi hanno incentivato: capiscono la difficoltà di esprimersi e studiare in una lingua che non è la propria! Fortunatamente, poi gli esami si fanno dopo un paio di mesi di permanenza sul posto.

Qual è il valore aggiunto che ritraccia e che attribuisce all’Erasmus nella sua formazione?
Questa esperienza mi ha dato la possibilità di accrescere il mio bagaglio personale. Sia per la quantità di persone che ho conosciuto, sia per i diversi modi di vivere con cui sono entrata a contatto. Poi la stessa Galicia è contaminata dai costumi portoghesi data la vicinanza geografica con quest’altra nazione.

In definita questa è un’esperienza che consiglia ad altri studenti?
Consiglio vivamente a tutti di fare un periodo di studi all’estero poiché questa è un’esperienza che ti fa crescere, che ti fa vivere con persone provenienti da ogni parte del mondo. Solo così si riesce a capire che i confini in realtà non esistono, sono per lo più barriere mentali che ci costruiamo noi. Il confronto costante, poi, ti fa diventare una persona completamente nuova e certamente più pronta ad affrontare la vita.


Pubblicato sul n. 36 di Mezzo Euro in edicola dal 11/09/2010

2 commenti:

  1. "Solo così si riesce a capire che i confini in realtà non esistono, sono per lo più barriere mentali che ci costruiamo noi."

    Credo questa frase rappresenti TOTALMENTE l'essenza dell'incomunicabilità....Queste esperienze dovrebbero essere pane quotidiano per molti, come consiglia Marta!

    Saluti

    LR

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  2. Condivido, sebbene ritengo che bisogna essere predisposti a determinati tipi di esperienze. C'è anche chi l'erasmus l'ha passato chiuso in una stanza perchè si è sentito sopraffatto dalle novità e non ha avuto la determinazione di affrontare le sue giornate in maniera diversa... B.

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