Un Blog per proporre alcuni tra gli articoli che considero più belli tra quelli che ho scritto finora, sperando di onorare il lavoro del Giornalista che informa, intrattiene, suscita dibattito e opinioni. B.L.

lunedì 15 novembre 2010

Plasmata dal fango (di Bruna Larosa)

I dissesti idrogeologici non sono nulla di nuovo in Calabria: ogni provincia mese dopo mese ha fatto la conta dei danni dovuti all’incuria degli agenti atmosferici e all’errata fruizione del territorio. Costruire in maniera selvaggia, procurare incendi per ricavare zone edificabili, abbattere le piante per guadagnare sul legno ha infatti un costo molto più alto di quanto con superficialità si possa pensare. La casa rimane il bene primario nell’immaginario collettivo, così quando si ha l’opportunità di averne una propria, senza magari spendere una cifra eccessiva, se ne approfitta pensando di realizzare un affare. Questo è la mentalità in cui affonda le sue radici il mercato dell’edilizia senza coscienza. Al circolo vizioso che viene a crearsi tra quello che si può definire un costruttore senza scrupoli e l’ignaro cittadino va poi ad accostarsi l’estrema facilità con cui vengono concessi i condoni edilizi dai Comuni, tanto che più che un’attenta verifica del progetto e del terreno su cui sorge l’edificio, il tutto sembra una semplice formalità. Così ogni volta che il cielo s’annuvola il pensiero corre alle zone già colpite e a tutte quelle che potranno essere ‘le prossime’ vittime. Da mesi a Catanzaro ci sono degli sfollati poiché i problemi provocati dal maltempo la scoro inverno ancora non sono stati risolti. Sette tra i cittadini di Janò, il quartiere colpito hanno costituito il Comitato di Emergenza Janò. Tra i membri del Comitato Luigi Rubino, giovane del posto attivamente impegnato sul suo territorio.

Luigi, com’è sorta l’idea di creare un Comitato di Emergenza?
Il comitato è nato nel febbraio 2010 dopo che il territorio è stato colpito gravemente dal dissesto idrogeologico. I componenti principali del comitato sono sette persone tutte residenti nel quartiere; la maggior parte di loro ha perso la casa per via delle frane.


Quali sono e come vengono espletate le principali funzioni del Comitato?
La funzione principale è quella di lottare per i diritti della popolazione e in particolare di coloro che hanno perso la casa. Creiamo momenti di incontro, assemblee periodiche per fare il punto della situazione sugli interventi e le misure adottate dagli organi competenti sulla base delle esigenze di cui il territorio necessita. Nei periodi di allerta, cioè quando a causa delle precipitazioni è più alto il rischio, gli incontri sono più frequenti. Tutto ciò per informare la popolazione e condividere le idee altrui. Fondamentale per il comitato è l'ing. Luana Urizio, anche componente della commissione emergenza designata dal comune e dal CNR Unical. Ella monitora e descrive con dovizia di particolari tutti gli aspetti della vicenda. Il Comitato è un nostro punto di forza nell’incontro con le istituzioni per avere notizie e sapere il punto sui lavori avviati, finanziamenti e le prospettive future. Uno dei momenti più intensi della nostra attività è avvenuto il 16 aprile scorso quando l’intera collettività di Janò si è riversata per le vie della città dando il chiaro segnale di essere contro al silenzio e all'immobilismo da parte delle istituzioni. Sempre nello stesso mese, in collaborazione con la protezione civile, vvf, polizia municipale e il comune di Catanzaro, abbiamo effettuato una simulazione di sgombero. Al di là del gesto eclatante la cosa più importante fatta finora non risiede semplicemente nella volontà di spronare le Istituzioni a fare sempre meglio, ma anche nel vigilare sui modi e sui tempi d'intervento per la messa in sicurezza del territorio.


Le vostre iniziative sono molto partecipate, come siete organizzati per raggiungere il territorio?
C'è da dire che nell'era del web e della telematica il nostro rimane pur sempre un quartiere e il metodo principale di diffusione delle notizie è il porta a porta. Ciò avviene per l'impegno di ogni singolo cittadino, consapevole del grado di pericolo in cui versa la popolazione. Accanto a questo è forte la voglia di "risollevarsi" coinvolgendo tutti, anche quelli che sono "al sicuro". Poi le informazioni viaggiano anche su facebook, sul blog e sulla bacheca della cappella di quartiere, in cui si affiggono tutte le comunicazioni. La vicinanza del Vescovo della diocesi di Squillace e il nostro stesso parroco ci stanno dando un grande aiuto dal punto di vista spirituale e morale.


A quali esigenze volete dar voce con il Comitato e cosa siete riusciti ad ottenere ad oggi?
La realtà che ci ha colpito comporta delle esigenze ben precise alle quali il Comitato vuole dar voce presso le istituzioni affinché si mantenga sempre vivo l’interesse per ciò che è accaduto. Vogliamo offrire assistenza agli sfollati, procurando loro un alloggio; dar attuazione a interventi di somma urgenza e avere delle forze di pubblica sicurezza a tutela del quartiere. Chiediamo risposte certe e chiare dalle amministrazioni, pur avendo appurato che lo stato delle casse è al verde anche per questi casi. Naturalmente la situazione è ancora precaria, eppure qualcosa si muove già da un po’. È avvenuta infatti l'assegnazione del progetto esecutivo da parte del comune alle ditte competenti e sono stati avviati diversi interventi per arginare tutte le problematiche inerenti la raccolta acque, canalizzazione, drenaggi, sondaggi e palificazioni per la messa in sicurezza del territorio.




Pubblicato sul numero di MezzoEuro in edicola dal 13 novembre 2010

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