Un Blog per proporre alcuni tra gli articoli che considero più belli tra quelli che ho scritto finora, sperando di onorare il lavoro del Giornalista che informa, intrattiene, suscita dibattito e opinioni. B.L.

martedì 24 agosto 2010

L'Università de L'Aquila prova a rialzarsi (Bruna Larosa)

Uno dei luoghi simbolo della tragedia abruzzese è rappresentato dalle macerie della casa dello studente: lì si sono spezzate venti giovani vite.
Le immagini che sono state riportate dalle televisioni hanno fatto vedere oggetti della vita quotidiana sparpagliati in mezzo a cumuli di macerie, creando sgomento tra i telespettatori per il forte impatto che sono riusciti a provocare.

È praticamente impossibile riuscire a capire cosa può passare nella mente degli studenti di quell’Università, una istituzione che oggi vuole risollevarsi e rinascere. Certamente ammirevole e positivo l’impegno del Rettore, Ferdinando Di Orio, che, vicino alle famiglie degli scomparsi, incita i suoi ragazzi a credere ancora, a dare fiducia ad un luogo di cultura che intende continuare a formare le menti e ad offrire istruzione. Tutte la facoltà hanno messo degli avvisi: ‘coloro che avevano inoltrato la domanda per le sedute di aprile potranno laurearsi in luogo ed orario da definirsi’, ed a seguire il lungo elenco degli studenti, il loro nome, i titoli delle tesi. Che non sia ordinaria amministrazione è presto dimostrato da un successivo avviso ‘tutti gli studenti sono tenuti ad autocertificare la media dei propri voti perché la commissione possa procedere all’attribuzione del voto. Verrà effettuato il riscontro sulla veridicità delle dichiarazioni non appena sarà possibile recuperare la documentazione’. Quello che è certo è che non sarà una seduta di laurea come le altre, sarà un inno alla vita, con il pensiero rivolto a chi alla laurea non arriverà mai, perché ha smesso di vivere ‘nel momento più bello della vita, il momento della formazione’.
La struttura universitaria ha ceduto, l’unica cosa rimasta in piedi è la biblioteca e gli avvisi nelle bacheche on-line sembrano quelli di ‘conoscenti, di amici’, non di segretari. Proprio percorrendo a ritroso gli avvisi e avvicinandosi al giorno del sisma si capisce l’intensità dell’angoscia e la concitazione di informare. ‘Il personale docente e amministrativo è riuscito a mettersi in salvo… Così speriamo voi e le vostre famiglie’. ‘Gli ispettori visioneranno le strutture rimaste in piedi, sperando che siano agibili, in ogni caso assicuriamo che le lezioni riprenderanno al più presto possibile affinché nessuno degli iscritti debba perdere l’anno accademico’.
Abbiamo parlato con qualcuno che quella notte c’era, e col terrore nel cuore è corso fuori, e nella sua corsa ha picchiato i pugni contro tutte le porte che incontrava verso l’uscita, gridando i nomi dei vicini, degli amici di sempre, perché uscissero dalle stanze anche loro. Coloro che sono usciti prima che la casa si accartocciasse su se stessa hanno aspettato insieme l’alba nel buio, nella polvere e nell’angoscia totali.

Abbiamo parlato con chi non c’era ma avrebbe potuto benissimo essere lì, se il caso non avesse voluto che il terremoto avvenisse tra la domenica ed il lunedì e che la maggior parte degli studenti, i fuori sede, fosse tornato a casa per il week end.

Non ci sono domande da fare in questi casi, ognuno ha la sua storia personale, condita di lacrime di paura e di rabbia. Ancora a caldo nessuno è pronto a scommettere che tornerà all’Università de L’Aquila, ‘ora c’è bisogno di qualcuno che riesca a lavorare senza pensare, perché se pensi ti rimane solo la disperazione e non hai più la forza’.

Abbiamo saputo che già da giorni prima della scossa più forte il terremoto si ripeteva, e che molti se ne erano andati, anticipando le vacanze pasquali, proprio per questo. I movimenti tellurici continuano ancora oggi e i negozi delle zone limitrofe, ad esempio nel Lazio, hanno messo in esposizione tende ed attrezzature per trasferirsi direttamente nel giardino delle proprie abitazioni, nessuno sa cosa aspettarsi, si sa ciò che è stato e che non si vuole assolutamente rivivere.
 
 
Pubblicato su Fatti al Cubo (giornale dell'Università della Calabria) n. 15

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